mercoledì 22 giugno 2011

I

Ho la mia magrezza, che non è mai abbastanza.
Ho le mie amicizie andate a rotoli.
Ho i miei capelli che una volta erano bellissimi ma che ora non lo sono più. [e ringrazio non so chi di averli ancora]
Ho i miei bei voti, dei quali non mi interessa poi così tanto.
Ho le mie soddisfazioni, che facilmente si annullano con una pizza per svanirci dentro.
Ho una connessione wi-fi che mi permette di essere in contatto con il mondo 24h/24 e sola come un cane per ogni mia giornata.
Ho un blog ma non ci scrivo mai.
Ho le mie canzoni che lentamente sto dimenticando.
Ho una casa piena di specchi, e faccio sempre lo stesso percorso per evitarli tutti.
E' incredibile come tutto possa essere relativo e sterile.
In questo momento mi trovo su una linea di confine: esattamente nel punto in cui tutto si sposta alla luce del sole e diventa manifesto.
Posso scegliere. Scelgo di mangiare la pizza e magari anche un assaggio di torta, e sarò normale. E non correrò chilometri in solitudine per scacciare il senso di colpa e non mi peserò e mi dimenticherò di tutto questo. Scelgo di rimanere a casa, senza cena per l'ennesima serata e domani appena sveglia sentirò non so quale potere pervadermi tutta. Lo farò stupidamente, badate bene, con quanta più superficialità io possieda. Mi sentirò leggera e soddisfatta e stupida e malata.
Ma per stasera mi butterò su un grigio. Un mix. Una sfumatura, sottile e sbiadita. Mangio la pizza, faccio la brava. Magari anche con i funghi. O forse no, margherita senza bordi andrà più che bene. Anche solo mezza, la mangio. 400 kcal? Più le 180 di oggi fanno 580, potrei addirittura concedermi la torta. Come vorrei dimenticare come si ragiona così. A calcolare continuamente, ad avere questa paranoia nel cervello. Non lo so quando è cominciato. O forse lo so ma mi fa male ricordarlo.
Perchè vedete, sono su una linea di confine. Ma ho paura di aver già fatto la mia scelta.

Scrivo queste memorie, questi pensieri, questo diario, per me. Lo faccio come una sorta di terapia, di specchio per la mia mente. Questa non sono io, ma sono convinta di una cosa: che per uscire da tutto questo sia necessario imparare a conoscermi di nuovo. 
Buona fortuna a me.

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