Parto. Ma purtroppo ritorno.
Mia madre si è ostinata a farmi due panini: uno con prosciutto cotto e uno con bresaola. Non li butterò, c'è gente che muore di fame. Non ho mai buttato del cibo. Piuttosto l'ho rifiutato fin dall'inizio. Troverò qualcuno e gli farò un regalo super. E la persona sconosciuta in questione ne farà uno a me. Semplice, vero?
Mi mancherà questo posto. Tutto il resto è così ipocrita.
Il mio spazio. O almeno ci provo. Questo blog non vuole essere proana o promia o proqualsiasi cosa. Anzi trovo queste etichette piuttosto offensive. Chi si direbbe mai procancro o protraumacranico? Se volete, fate pure, io no di certo. Qui tento di ordinare quello che ho in testa. E vi assicuro che non è semplice.
martedì 23 agosto 2011
domenica 21 agosto 2011
VI
Vi capita mai di avere così tanto da dire da chiudervi nel più profondo silenzio?
Sono in preda a una crisi. Una tempesta emozionale. Un picco ormonale. Qualcosa.
Insonnia, mal di pancia, e fin qui è tutto normale. Ma quando i sensi di colpa non provengono da quel trancio di pizza che avresti potuto evitare, allora tutto è più chiaro. E impari a distinguere cos'è che ti fa odiare ogni cosa di te. E non mi riferisco a carboidrati semplici.
Le scampagnate in famiglia sono la cosa più improbabile in cui possa cimentarmi al momento. Per ovvi motivi. Però faccio il sacrificio perchè in fondo è per delle persone che amo. O che potrei amare.
Perchè oggi ho scoperto una cosa, ed è doloroso, ma devo scriverlo adesso.
Sono profondamente egoista e non lo sapevo.
Egoista egoista egoista. Non vedo altro che me. I miei problemi. Il mio peso. Le mie ossessioni. Ma non è stato sempre così.
Oggi a tavola tra una patatina fritta e un boccone di carne avevo mio padre di fronte. Era stanco. Mi osservava contento, mi riempiva il piatto.
P:"Ti piace, amore di papà?"
I:"Sì, è molto buono.."
P:"Ma tu sei così fessa."
I:"..?"
P:"Potresti mangiare sempre tutte queste cose buone. E invece, guarda come ti sei ridotta. Sei una stupida. Hai il viso ossuto, mascolino. E guarda quelle braccia: una volta non erano così. Pensi di essere bella?"
No, papà, non lo penso. Non lo sono. Non mi interessa. Ecco che mi ritorna in mente di cosa volevo parlare.
Quando due anni e mezzo fa cominciai la dieta volevo essere migliore. Fisicamente. Volevo essere più carina. Al diavolo chi dice che pesare meno fa stare meglio con se stessi, è una palla. Essere sovrappeso non è salutare nè esteticamente bello. [mi riferisco ovviamente a un sovrappeso consistente] Se avere dei chili in più ti fa odiare ciò che hai dentro, allora hai un problema, e perdere quei chili non cambierà niente, continuerai ad odiarti. Questa è la differenza fra una dieta e un DCA come il mio. Parere personalissimo. Mi sono accorta di essere scivolata in qualcosa di più grande di me proprio quando ho cominciato a non interessarmi più di essere attraente. Di essere migliore fuori. Così ho l'illusione di essere migliore dentro, di essere pura ed essenziale. Ma in realtà è come dice mio padre. Sono una fessa, una stupida. Questo mi pesa più di essere brutta o mascolina. Soprattutto se lo dice lui.
Ma chissà perchè, io tutto questo oggi non gliel'ho detto. Ho preso una mezza salsiccia e a lui è andato bene così. Gli ho regalato un sorriso che normalmente avrei negato, strappato, rubato. Il pranzo invece mi ha regalato un mal di pancia fuori dal comune, giuro che è stato difficile trattenere tutto dentro, premere leggermente la pancia sarebbe stato sufficiente per vomitare tutto. Cosa che ho provato a fare, lo ammetto, ma che come sempre, non mi è riuscita.
E adesso, per cosa sentirmi in colpa? Il cibo per oggi sembra essere passato in secondo piano. Ho stampata nella mente l'immagine di mio padre, stanco, per colpa mia.
E allora vorrei sparire.
lunedì 15 agosto 2011
V
Ed ecco il mio goal. Quello prefissato da secoli. Quello inarrivabile e tanto agognato. Ho avuto il mio 45. Con qualche etto di contorno in più, ma ci sono. O forse c'ero. Dopo oggi, chi può dirlo. Domani non mi peserò.
Non ho mangiato poi così tanto, ma forse ho fatto indigestione di sensi di colpa. E adesso ho mal di pancia. [Spulciando qua e là vari blog sono arrivata alla conclusione che oggi deve essere stato un incubo per molte altre persone, oltre alla sottoscritta.]
Ho raggiunto il mio goal ma ora non so proprio che farmene. Ho sempre associato a questo numero una incredibile felicità, pensavo che poi chissà quali incontenibili gioia e soddisfazione mi avrebbero investita. E invece è come se mi fosse venuto addosso un tir.
Sarà anche colpa di agosto, di questo mese terribile e pesante. Saranno gli ormoni che non ho, o forse l'astinenza forzata da nicotina.
Insomma non voglio credere che col mio bel 45 in tasca possa sentirmi così a terra. Perchè non era così che l'avevo immaginato.
...
Forse mi sembra già troppo.
Sono stanca di correre. Vorrei trovarmi davanti un muro, sbatterci con tutte le forza che mi sono rimaste, spaccarmi il cranio, reagire in un qualche modo. Basterebbe anche fermarmi e ricominciare a vivere, semplicemente. Sarebbe bellissimo, già mi commuovo solo a pensarci.
Eppure è così difficile.
Sono sicura che il mio sguardo implori un aiuto. Ho la certezza che nei miei discorsi siano disseminati piccoli indizi che vogliono dire "ehi, ho un problema che non so risolvere". Invece continuo a correre, ad annientarmi, a piangere, a declinare inviti, a subire questa inutile esistenza, a sprecare il mio tempo.
Questo è il mio traguardo.
E che razza di vincitrice sarei?
giovedì 11 agosto 2011
IV
Tra di noi sappiamo riconoscerci. Ci avete mai fatto caso?
Basta uno sguardo per raccontarci.
Poi i pensieri, le abitudini, i gesti, i sorrisi, sono gli stessi. Ed è come specchiarsi nel mare..
[Mi piacerebbe avere la forza di stendermi sulla sabbia.]
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