sabato 1 ottobre 2011

IX - pensieri sparsi

Ma quanto è bella la sensazione di vuoto nello stomaco prima di andare a dormire. Vuota la pancia e vuota la testa: forse è così che si dorme bene. 
E' stata una settimana orribile. Dopo domenica, tutto in salita. Per un attimo ho avuto paura, ed è stata la prima vera volta, paura di volermi uccidere, di smettere di esistere completamente. Poi però ho pensato che il mio passatempo preferito [cioè quello di spingermi sempre oltre il limite e punirmi] sarebbe finito, e allora ho cambiato idea. Così mi sono portata dietro il fardello di quest'esistenza inutile appesantita da alimentazione forzata, con grandi difficoltà fino a martedì.
Tre pasti al giorno a casa, l'obiettivo delle 300kcal giornaliere sfuma del tutto. Ma 500, 550, possono anche andare. Sono forte, pronta per ricominciare a farmi del male, più di prima. Inacidita dall'odio altrui trovo nuova motivazione per odiarmi di più. Almeno questo posso farlo. E come una droga, mi ritorna in mente il digiuno
[So che quando rileggerò queste righe domani proverò un certo schifo. Perchè questi pensieri non sono sani. Ma sono i miei.]
Ieri ho potuto assaporare di nuovo una sensazione che non provavo da tempo. Compleanno al ristorante, piatto colmo di roba e io che lo osservo. Ne squadro il contenuto, senza toccarlo. Non mi faccio contaminare. Osservo gli altri che divorano qualsiasi cosa, l'olio i carboidrati e tutto il resto, e mi dà una gioia incontenibile. Perchè vedete, io non "snobbo" chi mangia davanti a me. Io ammiro chi ha la forza di volersi bene e quasi mi viene da piangere quando incontro sulla mia strada qualcuno che ami la vita e il divertimento almeno quanto io ami avere lo stomaco vuoto.
0kcal. 
Non ho fame. 
Ritorno a casa. 
Mi addormento. 
Niente binge nè pianti isterici nè fitte alla pancia. 

Ci ripensavo stamattina, mentre preparavo lo zaino, che è stata una delle poche occasioni in cui sono riuscita ad evitare l'abbuffata così a cuor leggero. Non mi è pesata per niente la vista del buffet di dolci nè degli altri che li ingurgitavano. E tutte le volte che prima di uscire di casa ho avuto paura di un binge, mi sono puntualmente abbuffata. 
Sono arrivata allora alla conclusione che l'unico modo per evitarlo sia non averne paura, non pensarci. E' stato come avere già la tranquillità in tasca.
Respirare ridere piangere amare. A cuor leggero.

E se fosse così che si vive?

In tasca adesso ho solo l'accendino e la certezza che stasera digiunerò di nuovo, addosso ancora quella strana forza di ieri sera. Per il resto invece, credo ci vorrà del tempo. E non mi riferisco all'impossibile digestione della bistecca da ben 330g che a pranzo è stata introdotta per via coatta nel mio corpo.

Ima

2 commenti:

  1. Ecco, ci vuole tempo.
    Ci vuole tempo per perdere quel numero in più sulla bilancia, ma ci vuole tempo anche per imparare a fregartene e a vivere, per imparare a volerti bene nel senso più sano del termine.
    Certi consigli detti da me probabilmente hanno la stessa consistenza dell'aria fritta, ma l'unica cosa che vien fuori, ora, è la speranza in un domani migliore.

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  2. Ima,cara,la tua esistenza non è un inutile fardello.A volte dobbiamo solo trovare il senso della nostra vita.
    Non odiarti:perchè riversare odio nei tuoi confronti?
    Scansare un'abbuffata è gran cosa,ma cadere nell'eccesso opposto non è proprio il massimo...ma questo lo sappiamo già.
    Ti abbraccio forte forte.
    Non odiarti,prova a volerti bene.

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