sabato 5 novembre 2011

XVII - epifanie.

Sono le cinque meno un quarto ma fuori sembrano le nove. 
Fa freddo, immensamente freddo. 
Dovrei studiare ma sto impiegando il mio pomeriggio a fissare il vuoto. 
Sono stata dalla fisiatra, oggi. Una visita per uno stupido problema a una spalla che ai suoi tempi mi permise di fallire anche nel mio adorato sport. Non so se vi importi di questo. 
Ad ogni modo, mi chiede di spogliarmi per controllare postura, spina dorsale ecc ecc. Mentre mi tolgo i vestiti la vedo guardarmi con orrore. C'era anche mia madre. La dottoressa spalanca gli occhi e fa "E perchè sei.. così?" Io non so cosa risponderle. Questa è la mia faccia non vedo cosa ci sia di strano vorrei dirle. Poi continua. "Sei sempre stata.. così?" No mi sono rovinata col tempo, ce l ho sulla punta della lingua questa frase e invece no, è mia madre che parla, dall'angolo destro della stanza. Assolutamente no, dice. Assolutamente. 
La dottoressa prosegue con la visita e la finisce, rivestiti e vieni di là.
Di là c è una bilancia, di quelle meccaniche coi pesetti, quelle dei medici. Vediamo quanto pesi. Nella mia testa la odio, la sto odiando più di qualsiasi altra cosa, non voglio pesarmi, non voglio salire su quella maledettissima bilancia, ho mangiato da neanche un ora e io non mi peso dopo mangiato perchè non serve e mi stresso e mi deprimo inutilemente e ti odio e non voglio. Quindi mi avvicino, tolgo le scarpe, e salgo. 
La vedo armeggiare con i pesetti. La vedo sbagliare con i pesetti. La vedo strabuzzare gli occhi. Vedo lei perchè guardo tutto tranne che i numeri, io non lo voglio sapere punto e basta. Forse lei se ne accorge, perchè a un certo punto mi fissa negli occhi, seria, triste. Pesi un po' troppo poco. Lo dice sottovoce. Lo apprezzo. 
MA POI, QUELLA CORNACCHIA DI MIA MADRE. 
Che interrompe il silenzio di quell'adorabile stasi. 
"Quindi? Quanto pesa?" 
La imploro di star zitta. 
"Dottoressa?" 
Continuo a fissarla. 
Ricambia il mio sguardo. 
Sembra voler dire scusa, ma è il mio lavoro. 
Abbasso gli occhi. Ti odio. Fa' quello che ti pare penso. 
Quarantaquattro. 

I miei si guardano. Io mi guardo. Non credo alle mie orecchie. Sono sconcertata. O la mia bilancia ha sempre pesato qualcun altro al posto mio o si tratta di un errore. 
Ma a mia madre non basta. Quarantaquattro è molto meno di cinquanta mi dice. La bilancia a casa mi pesa almeno 48 rispondo. Cosa in parte vera. Il minimo che abbia mai visto a casa è stato 45, ad agosto. Stamattina 46 e mezzo. Poi dopo mangiato, non parliamone. 
Arrivederci signora, a presto dottoressa.
In macchina il silenzio più totale. Sono in stato catatonico e vorrei esserlo per sempre. Papà mi lascia a casa. Prima di scendere dalla macchina, sento mamma gridarmi "Mi raccomando pesati a casa!"
Così, come se fosse un gioco, un passatempo. Una cosa da fare nel week-end. 

Ma andatevene al diavolo tutti. 
44, 46, 48. Non mi interessa. 
Tanto mi faccio sempre schifo. 

2 commenti:

  1. Tesoro è normale che le bilancie si sbaglino, secondo me quella del dottore è più probabile che sia quella giusta.
    Ma allo specchio non vedremo mai l'immagine giusta.
    Le reazioni dei genitori su queste cose sono abbastanza sconcertanti, parlando di me, sembra che nessuno veda niente.
    Ti sono vicina, un bacio

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  2. I genitori 9 volte su 10 non vedono i propri figli e spero solo di diventare quell'uno che si accorge che il proprio figlio ha bisogno di loro.
    Mi dispiace che la situazione con i tuoi non sia rosea, anche la mia fa letteralmente pena e ogni giorno è una sofferenza!
    Te non mollare
    Vivi per te e fatti forza
    quello sulla bilancia è solo un numero
    un cazzo di numero che tutte noi odiamo ed odieremo per sempre ma con il quale dobbiamo convivere..
    Ti seguo
    Bianca

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