lunedì 6 febbraio 2012

XXIV - Le notti bianche

 "A volte mi capitano dei momenti di una tale angoscia, di una tale angoscia... Perchè in quei momenti già inizia a sembrarmi che non sarò mai capace di cominciare a vivere una vera vita; perchè ho già avuto l'impressione di aver perso ogni misura, ogni senso della realtà, della autenticità; perchè, infine, ho maledetto me stesso; perchè dopo le mie fantastiche notti mi capitano ormai momenti di ritorno alla realtà che sono terribili! Nel frattempo senti rumoreggiare e turbinare in un vortice vitale una folla di gente intorno a te, senti, vedi la gente vivere, - vivere nella realtà, vedi che la vita per loro non è proibita, che la loro vita non si dilegua come un sogno, come una visione, che la loro vita si rinnova di continuo, è di continuo giovane e nessun suo momento è simile ad un altro, mentre è triste e monotona fino alla trivialità la timorosa fantasia, schiava dell'ombra, del pensiero. [...] Ma nel frattempo l'anima chiede e vuole qualcos'altro! E il sognatore fruga invano, come nella cenere, nei suoi vecchi sogni, cercando in quella cenere almeno una scintilla, per soffiarci sopra, per scaldare al fuoco rinnovato un cuore ormai freddo e ridestare in esso tutto ciò che prima gli era caro, che toccava l'anima, che faceva ribollire il sangue. [...] anche i sogni si consumano!"

1 commento:

  1. Quando leggo Dostoevskij la mia anima sorride malinconica, è come se stesse narrando la sua storia.

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