giovedì 5 dicembre 2013

LXXXIX - Es fehlt das Ziel

Ieri ho fatto un discorso stupendo alla mia coinquilina
in cui le parole chiave e le espressioni erano termini che non uso mai nella realtà, non almeno nel loro significato pieno.
'sono guarita', 'sto bene', 'non vorrei mai tornare indietro', 'mi pento di quello che ho fatto', 'è stata anche colpa mia', 'ho avuto la forza di reagire', 'non è la magrezza a interessarmi',-  ma soprattutto - 'non era la magrezza a interessarmi', 'dico sempre al mio ragazzo quando ho ricadute', 'è stato un male ma mi ha fatto crescere', 'ora sono molto più attaccata alla vita di quanto non lo fossi mai stata'.

Oh, ma davvero?
E perchè ieri hai digiunato ancora?

La vuoi una cosa vera?
Ti sei convinta di star bene solo perchè c'è una persona nel mondo che ha gusti di merda e che è attratta da te e lo sarebbe anche se tu fossi un leone marino, ti sei convinta di poter sopportare il tuo corpo solo perchè hai 3 o 4 pantaloni di taglia 40-42 nell'armadio. La mattina metti lo zucchero nel caffè e non il dolcificante solo perchè devi studiare, hai delle aspettative da realizzare. è così, poche cazzate. E se tu potessi ritornare indietro, se tu potessi scegliere fra quello che hai adesso e quel niente leggerissimo che avevi prima, cosa sceglieresti?
Il solo fatto di pormi un dubbio del genere mi fa stare male.
Sono una persona marcia dentro.

C'è qualcosa di spezzato che aspetta chissàdove. Aspetta solo me per essere ricomposto. Ma io rimango ferma.
Temo di aver perso il mio senso di esistere.

mercoledì 27 novembre 2013

martedì 12 novembre 2013

LXXXVIII - una vita al 40% o meno.

Ima è sempre stata due ma ora lo è in modo molesto e ancora più segreto se possibile, come  in Prince of Persia, il gioco intendo, come quando il principe passa attraverso lo specchio e diventa due. E poi deve combattersi.
Ima deve combattersi.
Vivo la mia vita da malata da lunedì al giovedì sera/venerdì pomeriggio. Poi prendo un treno, vado dal mio ragazzo e vivo una vita normale, piena, bella, senza esitazioni o tristezze. Ritorno lunedì mattina a casa e la prima cosa che faccio è passare al supermercato e spendere 15 euro in schifezze, tornare a casa pregando che non ci sia la mia coinquilina, mangiare e vomitare tutto, digiunare fino al giovedì sera/venerdì pomeriggio e riprendere il treno. E la cosa che mi assilla è non capire se vivo la settimana in funzione del week-end o il contrario, il che sarebbe preoccupante.
E intanto sono enorme. Grassissima. Orribile, gonfia, lardosa. Non mi vanno più i miei vecchi vestiti. Tra poco farà freddissimo e io sarò senza niente da mettere perchè sono troppo grassa per usare i miei maglioncini e i miei jeans. E adesso se potessi io mi svuoterei lo stomaco e il cervello, butterei tutto nel cesso, tutto all'aria, ai cani, la mia vita che funziona al 40 per cento o qualcosa in meno, i miei interessi sfumati nel nulla, le mie bugie a chi mi ama, le mie ossessioni che mi assalgono durante la notte. Non c'è libertà in tutto questo. Nè ordine nè armonia. Non c'è vita in questa vita.
Ma da giovedì sera/venerdì pomeriggio, tutta un'altra storia.

Ima sei molto malata ancora

martedì 29 ottobre 2013

LXXXVII - sensi di colpa preventivi

Sveglia alle sei tutte le mattine.
Studio ginnastica studio ecc. .
Routine quotidiana.
Non ho bisogno di mangiare.
Oggi non mangerò.
Proprio come ieri.

Non so cosa stia inseguendo.
So di non essere un numero.
Ma mi attira l'idea di poterlo diventare.

Ripeto, non so cosa stia inseguendo.
Farò più male a me e a te.
Non riesco più a guardarmi negli occhi per l'odio che pulsa verso me stessa,
ma tu
potrai mai perdonarmi?

martedì 22 ottobre 2013

lunedì 21 ottobre 2013

LXXXIII - e tu chi sei?

Mi va di scrivere stasera. 
ma non so da dove cominciare. 
So solo che quest'estate ho perso una delle mie amicizie storiche. 
Sapete perchè?
Tralascerò i fatti, che oltre a essere troppo privati e lunghi, reputo siano solo stati la gocci ache ha fatto traboccare il vaso. 
Eppure non so come sia successo, non saprei riassumerlo.
Il punto è che io questa estate mi sono convinta di star meglio. Forse all'inizio stavo meglio davvero, fin quando non ho cominciato a prendere peso, oltre la taglia 38, oltre la 40. In molto poco tempo. 55 chili diceva la bilancia. Troppo, troppo. E il mio povero cervello è andato in tilt.
Ma il fatto non è questo. Non so se riuscirò a scriverlo veramente o se continuerò a girarci intorno come sto facendo. 

Lo dirò così: sono stata accusata da una persona che mi conosce da una vita, di essere un'attrice. Di essermi inventata un personaggio. Di non essere più me. 
Aggiungerò qualche particolare. 
Questa ragazza mi conosce da 10 anni. Ha conosciuto Ima solare e ambiziosa, Ima mangiona e sorridente. Poi ha conosciuto Ima depressa e grassa. Ima sempre ubriaca e grassa. E poi ha visto Ima cadere sempre più giù, Ima anoressica e col sorriso finto, Ima che digiuna e onnipotente. Mi ha visto riprendere peso e perderlo di nuovo, nella bulimia, nell'anoressia, nella bulimia di nuovo. Mi ha visto mutare e peggiorare in questi anni, mi è sempre stata vicina. E poi? Poi mi ha visto serena e senza pensieri per la testa. E mi ha accusato di essermi inventata un'identità. 
Trovo tutto questo estremamente preoccupante. 
Ho davvero lasciato che la mia malattia diventasse la mia identità? E che una volta VERAMENTE tranquilla -anche se per breve periodo- le persone mi giudicassero falsa? 
La lite non è stata neppure furiosa. 
Dopo aver capito l'orrore di quello che era successo.. ho accettato il solipsismo
e ho salutato freddamente. 

Chi sono? Chi sono per me? Questo posso scoprirlo e mi lascio tutto il tempo di questo mondo, almeno fino a quando non creperò.
Ma cosa lascio di me agli altri? 

Lo so che a 20 anni è un po' tardino per uno sfogo adolescenziale. 
Ma temo davvero
che nessuno mi conosca. 

Io non mi giudico. Tutto sommato mi vado bene così. Cerco di eliminare ciò che è negativo, mi impegno per essere migliore, apprezzo se non tento di uccidermi, nei momenti di ottimismo mi concentro su altro e mi piace quasi l'idea di esistere. 
Ma ho scoperto che questa mediocrità agli altri non va a genio. 

Mi sento molto sola adesso. Mi isolerò nei libri perchè mi rendo conto che sto facendo terra bruciata tutt'intorno a me. 
E oggi ho vomitato di nuovo. Come ieri. E anche ieri l'altro. 



La mia solitudine è dignitosa, la affronto a testa alta,
 ma se la guardo in faccia mi deride, mi ferisce,  fa ritornare tutte le solitudini del passato.
 è così: ogni solitudine contiene tutte le solitudini vissute.  

(Stefano Benni - Di tutte le ricchezze)

venerdì 27 settembre 2013

LXXXII - non sono sparita, purtroppo

Non ho alcun motivo per continuare a stare male. 
Non ho davvero più scuse. 
Una delle cose più tristi del mio passato è venuta a galla in famiglia, non che ciò basti a farmi dimenticare lo schifo, ma quanto meno non ho più questo fardello che mi grava addosso. 
All'università procede tutto a meraviglia e adoro i miei studi. 
Sono fidanzata da 3 mesi e il mio ragazzo mi ama. E io amo lui, mi completa e mi regala non so quanta salute. 
ma allora 
perchè 
vomito ancora? 
Che cosa devo sostituire? 
Perchè non accetto che mangiare normalmente provochi, in modo del tutto ovvio, un aumento di peso? 
Perchè odio il mio corpo? Lui dice Ima sei perfetta, sei armoniosa, sei bella. E badate bene, lui sa come mi sento dentro. Non mi dice di essere sexy o cose del genere. Dice sei bella. 
Ma la mia idea di bellezza è evidentemente diversa. 

E vomito tutto. Colazione, pranzo, cena. 
In mensa l'altro giorno la cassiera passa riso al ragù, un piatto di polpette, una piadina, bruschette con formaggio e pomodori, un pezzo di torta. Dice "ora tu devi dirmi dove le metti tutte queste cose." "Nella pancia", rispondo. E aggiungo un sorriso finto che ci sta sempre. "Sì, ok. Ma poi rimangono lì? Sei magra." 
Oltre a una risposta mi sono mancate anche le gambe. 

Oggi dopo la mia abbuffata mattutina sono svenuta. 
Bevo tè verde adesso. 

Ima sei gialla.

giovedì 13 giugno 2013

LXXXI - domande scomode

Perchè è più facile "vivere per" che vivere e basta? 
Lo sto facendo di nuovo. Le giornate mi scorrono addosso. 
E io rimango ferma.
Sola, come sempre. 
Stringo relazioni effimere, ne fuggo altre potenzialmente interessanti, vengo piantata in asso. Funziona così. 
Quando mi chiedono 
Ima hai lo sguardo spento, che succede? 
Io non ho altra risposta se non
niente.
Che è la verità, in fondo.

420

mercoledì 12 giugno 2013

LXXX

Lo zucchero ormai è esecrato dalla mia dieta, ora sono costretta a togliere il dolcificante, e così lo yogurt magro diventa meno appetibile.
Unici carboidrati semplici ammessi: 15g di pane a colazione e due volte a settimana 40g di riso in bianco o con verdure.
Via il sale dalla mia dieta. Non voglio sentire alcun sapore, così posso finalmente concentrarmi sul senso di pienezza.
Peperoncino ovunque.
E tanto
tanto
tè verde.

Voglio suicidarmi così ogni giorno fino a quando non sarò magra per davvero.

aggiornamento post cena che merita: un tonno naturale in più e boom giù nel cesso. Vomitare insalata. Ima, come diavolo ti sei ridotta.
ma oggi, 370.

lunedì 10 giugno 2013

LXXIX

Non devo semplicemente mangiare più. Ora sono un po' dimagrita e mi sto permettendo qualche idiozia. Tipo pasti normali. Tipo un hot dog ieri sera. Tipo non spaccarmi più di corsa. E questo è male, perchè è esattamente il modo giusto per ingrassare. Posso sopportare il non dimagrire (che poi boh, senza bilancia, lascio parlare i vestiti) ma ingrassare di nuovo, per la QUARTA VOLTA da ottobre, mi sembra assurdo. 
Quindi vista la mia imbarazzante colazione, che si aggira intorno alle 600-700 kcal, per oggi berrò tè verde al posto dell acqua, farò esercizi e corsa.
Devo smetterla con queste stupidagini. 
Devo smettere di essere grassa. 

Ma, come mi disse una volta mio fratello
Dimagrisci pure quanto vuoi, tanto per me tu rimarrai per sempre grassa nel cervello.

LXXVIII



Costrette a una sola le sue punte
l'aragosta s'imbuca dove non si esce. 
Per l'uomo non è questione di assottigliarsi.
O dentro o fuori non saprà mai che farsi.

(E.Montale, Altri versi)

venerdì 7 giugno 2013

LXXVII

Mi aspettano due giorni tosti.
Una delle cose a cui tengo di più, un seminario.
Si svolgerà questo week-end in un posto in mezzo alla natura.
Parleremo di Platone e ci faremo domande inutili.
Ho tenuto tanto a quest'attività, le ho dedicato molto tempo.
ma..
due giorni
in cui saranno compresi
ben
3 pasti

3 pasti normali

al ristorante

con i professori

e non quelli del liceo. professori davvero
che potrei, spero, incontrare di nuovo, se avrò una carriera a modo (sogni ad occhi aperti mode on)

sto male.
Non so se ce la faccio

non voglio mangiare
ma non voglio mostrare il mio disagio

in fondo lo mostrerei comunque, mi è tornata una certa paura per il cibo

e ora stava andando bene, niente più abbuffate
ho vomitato lunedì ma non mi sono abbuffata di proposito

ho tanta paura

mi vergogno di essere me


giovedì 6 giugno 2013

LXXVI - dubbio amletico

comprare
o
non comprare
una bilancia?

Pro:
1) sapere il mio peso
2) comprendere che quella mela in più non ha compromesso per sempre il mio peso
3) sapere se, mangiando normalmente, ingrasso davvero o lo vedo soltanto
4) bingiare meno, visto che poi la bilancia parlerà
5) sapere quando sono al limite

Contro:
1) sapere il mio peso
2) voler vedere numeri sempre più piccoli
3) pesarmi compulsivamente

Quantitativamente vincono i pro.
Ma sarà davvero così?
Quanto diavolo peso?
che fare?

Chiedo esplicitamente dei consigli.

lunedì 3 giugno 2013

LXXV

Sono arrabbiata.
Oggi ho mangiato tantissimo a colazione e non contenta di ciò a pranzo mi sono sparata pure una piadina, e già che c ero un bel trancio di pizza maxi. Brava Ima, i miei complimenti.
Però non ho vomitato.
Avevo già cominciato la mia folle corsa verso casa quando mi sono fermata e mi sono detta
hai mangiato come un porco? adesso te ne prendi la responsabilità. Digerirai tutto e ingrasserai. E ti sarà da lezione.
Che poi quando vomito mi si gonfia tutto il collo e quindi sembro -effettivamente- con un faccione enormemente grasso cosicchè tutti possano accorgersi della mia bruttezza mentre così solo io so il macello che ho combinato. Tra l'altro non ho ancora digerito dopo ben 5 ore. Il che è indicativo di tutto il male che io mi stia facendo. Il mio corpo non funziona più. 20 anni e non digerire carboidrati.
Bella merda.
Da circa 10 giorni ho cominciato a fare esercizi tutti i giorni. Un giorno vado a correre e un giorno faccio esercizi ad alta intensità. Certo lo sport è meglio della testa nel cesso, ma ho un'enorme paura che mi vengano le gambe di un calciatore.
Sono troppo arrabbiata, non riesco neanche a scrivere.
Che poi girovagando per la mia città con la pancia piena e dolente sono anche andata al supermercato a comprare creme fanghi ecc ecc e mi sono sentita ridicola. Come quegli obesi che comprano le pillole per dimagrire o mangiano le insalata con mezzo litro d'olio uova tonno mais maionese e altro.

Mi faccio troppo schifo.

sabato 1 giugno 2013

LXXIV - lucidità

Non so proprio come sentirmi. 
Mi è capitato di guardare delle vecchie foto, di quando ero ben 65 kg. Una mucca. Ho sorriso nel guardarle, so di non essere più così neanche adesso che, come dicono in molti, sono "in splendida forma" [faglielo capire che io non voglio essere in splendida forma, voglio essere semplicemente magra.]. Ma in quelle foto i miei occhi sembravano essere sinceri e dire Ima è così se ti va bene perfetto altrimenti tanti saluti e a mai più. Peccato che poi Ima non sia andata più bene a se stessa. Ma questo è un altro discorso. E poi ne ho viste delle altre, di foto, di quando ero magra ma mi vedevo grassa.
E lì.
boom.
Una sinfonia di clavicole, sterno, rotule e tutto quello che volete.
Mi ha colpito, anche in questo caso, il mio volto, chiaramente scavato, mascolino, brutto. Gli occhi sono sempre incredibilmente vuoti. Ma sembrano dire visto? Se Ima lo vuole, può cambiare. Un inquietante senso di onnipotenza traspare da quegli sguardi, mi fa provare ammirazione e disgusto allo stesso tempo. 
Perchè io non sono più così. Cioè la magrezza è ancora l'obiettivo della mia vita, ma non così tanto. Restringere, lo faccio ogni giorno, ma non al massimo. Non è proprio vero che da questo punto di vista io mi stia spingendo al limite, perchè in realtà il mio corpo è stato in grado di sopportare giornate con una mela verde nello stomaco e 15 km di corsa. Se non è onnipotenza questa, io proprio non lo so. Ma non sono più così onnipotente. Le mie 605 kcal di oggi con gli 8 km di corsa mi sembrano un miracolo. E non nascondo il fatto che in questo momento sia piuttosto affamata, ma non mangerò perchè seicentocinque sono tantissime, e se mangiassi continuerei ad essere in splendida forma, cosa che vorrei evitare dal momento che mentalmente non lo sono. Ecco, è la mia testa che è al limite. Combatte con un corpo che non accetta, fa mille programmi per eliminarlo, ma poi? Poi decide di fare gli spuntini, di mettere lo zucchero nel caffè, di non fare ginnastica e cose del genere. In breve: il fatto che io fisicamente non sia più una specie di cadavere ambulante, non toglie peso alle mie ossessioni. Anzi queste si rafforzano ogni giorno di più, e sale la frustrazione, la demotivazione, l'incapacità di cambiarmi come vorrei. La mia immaturità latente non accetta le evoluzioni. Non accetta che io sia in una qualche misura responsabile verso me stessa e e che abbia un certo rispetto per la vita. 
Queste sono solo illusioni. Non esiste un male meno doloroso, come tutti i problemi sono importanti per ciascuno. Un male è sempre un male, anche se non lo è così tanto.

LXXIII - ἀσχολίαι

c'è uno strano vuoto che distrugge tutto
soffro così tanto che quasi ne sono felice

in fondo mi è sempre piaciuto arrivare al limite

mercoledì 29 maggio 2013

LXXII

Ima, che bella sei! Ma sei dimagrita? E poi non sapevo avessi le lentiggini! 


1) probabilmente avevo solo vestiti della mia taglia piuttosto che maglie da rapper;
2) no infatti, non ho le lentiggini.

sabato 18 maggio 2013

LXXI

Uscire dal circolo.
Adesso.
Respiro
...
che cosa mi sto facendo?
Perchè?
Perchè continuo a farlo?
Perchè devo punirmi?
Perchè non posso semplicemente VIVERE?
Non ne posso più.
Non ho altro da dire.
Non ho più nulla da analizzare, se non l'oggettivo schifo che sono.
Basta con il cesso di trainspotting.
Basta davvero, sono stanca...
sono proprio stanca.
una vita buttata nel cesso.
che qualcuno mi ami, per favore.
Che qualcuno mi convinca di poter amare me stessa.
Quest'odio inspiegabile.. aumenta di giorno in giorno.
Perchè?
Non ho risposte da dare.
Non ho più neanche un'anima, ormai.

Ritorna da me, Ima. Ritorna com'eri prima. Ritorna a sorridere davvero. Ritorna anche grassa se vuoi.
Ritorna a vivere, maledizione.

So una cosa: perchè mi manca l'aria. Perchè manco io.

domenica 12 maggio 2013

LXVIII

mi dovevano scoppiare tutti i capillari facciali per smettere di vomitare.
Brava, Ima.
Ora ce l'hai scritto in faccia, tutti sapranno della tua fame da bue.

mercoledì 8 maggio 2013

XVII

Parlando con un'amica questa sera, dopo una crisi dovuta a un pacco contenente cibo [solo come esempio: nutella da 750g] che mi hanno mandato i miei, lei ha detto di non essere mai stata troppo brava a parlare, di preferire la scrittura. 
Cosa che riguarda anche me. 

Lettera a mia madre

Cara mamma, 
come stai? Devo confessare che mi manchi un po', tu mi abbracci in modo diverso. Lo fai poco e devo ricordartelo spesso, ma quando succede è sempre molto bello. 
Oggi giornata normale. Poteva andare meglio ma vabè. Mi sono svegliata alle nove e mezzo perchè ieri sono uscita con gli amici in piazza e ci siamo ubriacati, quindi non mi andava di dormire 3 ore. Ho saltato sia colazione che pranzo, ma ho studiato sodo e sono piuttosto soddisfatta. Pomeriggio ho incontrato di nuovo quella splendida ragazza in biblioteca, vorrei chiederle di uscire, ma chissà se accetterebbe. Forse non è il caso provare, ma chi lo sa. Che ne pensi? Per cena ho mangiato 100g di carne e un insalata, ma poi ho mangiato 3 yogurt e li ho vomitati perchè ero troppo piena. Lo so che avevo detto che non lo avrei più fatto, ma è successo e ora ho di nuovo il collo gonfio. Mi sento un po' in colpa, dovrei impegnarmi di più, ho paura di vivere così per sempre. Ma ho anche paura di ingrassare, di ricoverarmi e cose del genere. Anche perchè sono troppo instabile e potrei esplodere da un momento all'altro. Il ciclo ancora non mi è venuto. Visto l'ultimo periodo non mi stupirei dell'irregolarità, ho passato una settimana a vomitare, 10 giorni a digiunare e negli ultimi 3 giorni ho sempre fatto solo un pasto, il resto o non è stato mangiato o è finito nel WC. Sono un po' stanca visto che sono anche disidratata però ci tenevo a scriverti prima di andare a dormire. 
E tu che fai lì? A cosa pensi? 
Rispondimi presto, forse ti voglio bene. 
Ima

Come si svolge la telefonata nella realtà:
Ciao mà. Sì tutto ok. Sì ho studiato. No non esco. Sì domani studio. Sì ho soldi. Ok notte. 
Click.


lunedì 6 maggio 2013

LXVI

Mi sto facendo davvero tanto male. 
Non riesco a mangiare, mi sembra essere tornata indietro di due anni. Con la differenza che di tanto in tanto posso vomitare lo yogurt magro in eccesso. Vedo il mio corpo che cambia di nuovo, sto dimagrendo, me ne accorgo, se ne accorgono anche gli altri. Anche mia zia, che l'ha detto a mia madre. 
"Ima hai mangiato stasera?" 
"Ma certo che ho mangiato. che domande sono poi. sarebbe più logico chiedermi che cosa abbia mangiato."
"Mmmh. Ma hai mangiato?" 

Il muro è sempre quello. 
Io rimango dalla mia parte.
Le ossa pure. 

martedì 30 aprile 2013

LXV - aria al vetriolo



Un corpo instabile
le sue gioie ostentate:
è l'Anima in frantumi
schegge di vetro incorniciate

sabato 27 aprile 2013

LXIV - censure poco eleganti

Vorrei scrivere tante cose, di come non riesca a studiare questi giorni, di come abbia abusato del mio tempo libero [che non ho] per continuare a bere e fumare cercando di non pensare [e in parte ha funzionato], vorrei scrivere che ho dovuto aspettare 20 anni per avere un episodio di acne junevilis, che ho paura di non riuscire a fare gli esami nei tempi previsti, ho mal di testa. Vorrei scrivere che il giorno del mio compleanno sono stata da  mia cugina e mia zia  e quest'ultima alle 19 era già ubriaca e barcollando mi ha guardato dicendo "Ima, ma quanto cazzo sei dimagrita? Di nuovo?" , vorrei scrivere che mia cugina l'ha guardata malissimo ma che ormai era troppo tardi, e che in fondo è stato un gran compleanno di merda, i miei 20 anni, perchè io avrei voluto solo fumare e non pensare più e invece dovevo fingere di far parte di una happy family annegata nell'alcol senza pater familiae con un gatto che caga precisamente a ora di cena. 
Vorrei scrivere tante cose, scriverle anche bene ma non mi va poi tanto perchè tutti i pensieri affollano la mia testa e non avrei la pazienza per separarli l'uno dall'altro, mi mangio le unghie, con lo smalto sopra anche, me ne pento un attimo dopo ma queste sono cose che capitano. Com'è capitato di vomitare parecchio questi giorni, ma solo durante la notte, com è capitato di non mangiare proprio nulla o di fare un pasto unico, tipo i cani. 
La mia demotivazione aumenta sempre più. 
vorrei andare al letto ma poi sarei nuovamente sola, invece se tengo aperto il pc la connessione wi-fi mi dà l'illusione di essere in contatto con il resto del mondo mentre io vorrei solo essere in contatto col mio cervello. 
Che casino. 
Ma forse è solo una crisi post-svarione.

lunedì 22 aprile 2013

LXIII - autoanalisi

Ho trovato vecchia roba scritta nel 2010, ne ho avuto paura. E in altri appunti del 2008 ho trovato le stesse paranoie che mi assillano ancora adesso. Ciò va a sostegno della mia teoria, del fatto cioè che io abbia avuto da sempre una predisposizione a un DCA, oppure sto solo ragionando a posteriori cercando di ricondurre tutto a un'unità comprensibile, cosa possibile anche questa.
Tornando all'argomento principale devo ammettere di essere rimasta colpita dall'evoluzione che sono riuscita a scorgere nei miei pensieri annotati qua e là su quaderni vari. Tralasciando lo stile più o meno "hounacrisiadolescenzialenessunomicapisceandatetuttivia" ci sono alcuni motivi che si ripetono. Ora, evitando spocchiosità quali l'autocitazione (il che sarebbe ancora più ridicolo vista la bassa qualità di ciò cui dovrei far riferimento) mi limito a sottolineare alcuni punti, o meglio la presenza di alcuni elementi che si ripetono: vuoto, tristezza, silenzio, e fin qui siamo nelle crisi adolescenziali. Ma poi, nel 2008, scrivevo come una specie di lettera all'odio, odio che ritrovavo soprattutto nello specchio. 
Stiamo parlando del 2008, 5 anni fa.
E nel 2007, annotavo qualcosa come il desiderio di voler provare a fare tutto ciò che c'era di estremo per vedere di smuovere la situazione. Situazione che non sto qui a spiegarvi, sarebbe complicato e in fondo non vi interesserebbe neppure, basti sapere che era sicuramente una situazione di stallo, apatia, una specie di limbo. Insomma, in quegli scritti ci sento non solo una tristezza fuori dal comune (e in effetti ricordo quanto fosse catartico per me scrivere, quelli erano tra l'altro cose che non facevo leggere a nessuno), ma ci vedo anche i presupposti di tutta la mia malattia.
Emerge chiaramente la parola rifiuto. 
è scritta ovunque. prepotentemente. 
Rifiuto (di mio fratello, di mia madre, di una persona che credo di avere amato) e fallimento (in vari campi, non da escludere, il nuoto). O meglio, fallimento proveniente dal rifiuto ("tutti sono meglio di me, è per questo che fallisco in tutto"). Insomma qualcosa del genere. Rifiuto di qualcun altro che diventa rifiuto per me stessa. Ecco la parabola dei miei ultimi anni, ma queste cose le sapevo già. 
Non so che cavolo mi sia messa in testa stasera.
Forse solo rendermi conto che fossi depressa già prima del DCA. E che in fondo non ho avuto scelta. Una giustificazione o qualcosa di simile.

Oggi 500g di fragole, 1 limone.
Mi gira la testa.


domenica 21 aprile 2013

LXII - so much for so little

Anche oggi una mela di troppo, ma i numeri si dimezzano.
Ci ho pensato bene. O meglio, ci ho pensato molto.
Ho addosso una strana forza.
Domani non avrò bisogno di mangiare. 

I crampi allo stomaco - ho bisogno solo di quelli. 
Ma non chiedetemi perchè.

Ho solo addosso, una strana forza.. la conosco già. 
E lei conosce me. 
Mi controlla.

sabato 20 aprile 2013

LXI - under pressure



L'odore di pioggia
e del vento

settembre prima del tempo




Lo stomaco dolente, è vuoto da  ieri mattina. Non voglio che questo dolore finisca, è violenza dolce.

giovedì 18 aprile 2013

LX - katatonia

560, una mela di troppo. 
Sono ossessionata, di nuovo. La mattina sento un'incredibile voglia di digiunare, poi il mio corpo non essendo più abituato a queste follie mi richiama e se voglio studiare qualcosa devo mangiare una mela in più.
Sono triste.
Demotivata.
Insensata. 
Studio ma non so come andrà a finire.
Se avrò la borsa di studio. 
Se riuscirò a fare quello che voglio. 
Sono cosciente del fatto che tutto potrebbe andare a rotoli, come è successo fino ad oggi. 
E intanto vorrei solo che qualcuno, anche uno sconosciuto, si peoccupi della mia esistenza. 
Insegnerebbe a farlo anche a me.

Sono sterile stasera. 
Forse la mela non c'entra poi così tanto. 

Sigaretta, studio.

mercoledì 17 aprile 2013

LIX -falling

Lunedì 445.
Martedì 527. 
Oggi 590. 

Occupo davvero troppo spazio. Quando cammino sembro un mammut. Quando mi vesto la mattina trattengo a stento il vomito. 
Devo impegnarmi di più. 
Da domani a letto senza cena.

lunedì 15 aprile 2013

LVIII - quasi un quinto di secolo

Tra poco sarà il mio compleanno, e sì, avrò 20 anni. Non sarò più una teen-ager quindi molte delle stronzate che faccio non avranno nessuna giustificazione. Un quinto di secolo. Del quale quasi un quarto è stato sprecato.
Ottimo.
No grazie, la torta proprio non la voglio.

domenica 7 aprile 2013

LVII - noch einmal

Una scadenza, il mio compleanno, per essere migliore. Ho poco tempo e dovrò impegnarmi. Per fortuna la mia iperattività mentale stimola anche quella fisica, cosicchè anche se ieri ho vomitato l'anima e stamattina ho ingerito circa 400 kcal solo a colazione non mi odio poi così tanto. Si risolve tutto con molta acqua, insalata per cena, esercizi prima di andare a letto, e libri. Sì, dovrebbe funzionare. 
Il  mio esaurimento nervoso mi ha spinto a sospendere lo studio per mettere in ordine la camera, così adesso non ho più scuse per fare cose fuori programma. 
Non voglio che l'estate arrivi di nuovo sul mio corpo enorme. 
Almeno una volta nella vita mi piacerebbe poter andare in giro sotto il sole senza vergognarmi. O forse questa sensazione l'ho già provata, ma la bramo incredibilmente. 
Ima deve diventare migliore, è il nuovo imperativo categorico. 
Deve studiare bene ciò che è necessario, deve fare un po' di esercizi ogni giorno, deve smettere di mangiare e vomitare e conseguentemente dimagrire, deve diventare migliore. 
E non mi interessa quante volte abbia detto "smetto di vomitare" per poi rifarlo il giorno dopo. 
Lo dico ancora una volta, noch einmal. Non posso più rimandare. Devo rispettare delle scadenze, ora.

giovedì 4 aprile 2013

LVI - Warum?

Forse decidere di smettere di fumare in questo periodo non è stata una grande trovata. 
Perchè fumare mi fa passare il tempo.
Ciò che è accaduto pomeriggio è prevedibile. 
Incurante della pioggia sono uscita e con tanto di pigiama sotto il cappotto mi sono recata al supermercato, proprio come nei film. 
BOOM.
Ma perchè? 
Devo impegnarmi sul serio. 
Così non si va da nessuna parte. 
E sì, maledizione, mi accendo una sigaretta ora. 

martedì 2 aprile 2013

LV - something's wrong

Ho fatto una cosa orribile. 
Il giorno di Pasqua ho vomitato davanti a mia cugina. 
Eravamo a tavola, io ero piena oltre ogni misura, avevo cominciato bene ma poi ho perso il controllo e ho ingurgitato veramente troppo cibo. 
Sedute accanto, le mando un sms. 
L'ho fatto perchè mi è venuto in mente che 3 anni fa, quando avevo già il dca ma non era ancora fisicamente manifesto, eravamo andate a mangiare una pizza con gli zii, cosa che ci aveva messo sotto pressione: io perchè mangiavo circa 600/700 kcal di frutta e verdura, lei perchè è molto sportiva e attenta (ho sempre pensato che avesse un dca, in realtà ciò che la preoccupa è solo la qualità dei cibi, per esempio mette l'olio nell'insalata senza misurarlo, cosa che io trovo estremamente ansiogena) . Ricordo che quella sera dopo aver mangiato siamo andate in bagno insieme. A un certo punto lei si gira e mi sa "Ima sono così piena. Vorrei vomitare ma non ci riesco. Tu lo sai fare?" No, rispondo, ma possiamo provarci. Ci proviamo, ma non riusciamo. Lei dice
meglio così 
a distanza di 3 anni le mando un sms per non farmi vedere dagli altri. 
"sono troppo piena"
"Anche io"
"andiamo a vomitare"
"non so farlo"
"fidati"
andiamo al bagno di sopra, lei mi guarda. Io sono un po' in imbarazzo, come dovrei comportarmi? Dovrei mascherare la meccanicità dei movimenti che suggerisce quanto io sia avvezza a vomitare? Dovrei farla uscire fuori? Dovrei dirle, molto semplicemente, che sono bulimica?
Lei mi guarda, forse si accorge del fatto che io stia esitando. 
"E adesso?" 
E adesso, rispondo, e adesso è l'ora di svuotarsi. 
Succede in fretta, con la coda dell'occhio percepisco il suo sguardo attonito. Mi tolgo gli occhiali lego i capelli apro l'acqua del bidet alzo la tavoletta due dita in gola e parto. Il primo round non va bene, sono tesa, non dovrei fare quello che sto cercando di fare davanti a un'altra persona, ma lei continua a scrutarmi, forse pensa che io la voglia impressionare in un qualche modo, farle vedere che anche se io sono grassa so vomitare e lei no. Mi riabasso sul cesso e la seconda volta butto giù l'anima. Non riesco a farne a meno, a un certo punto dico quello che dico ogni volta 
che schifo
e poi più a bassa voce
sono uno schifo 
mi alzo, ho la faccia gonfia ma non troppo, non ho sforzato perchè so che dovrò scendere di nuovo e non voglio che tutti si accorgano di quello che fa Ima, studentessa modello fuorisede. 
Sciacquo il viso, lavo i denti, passo la cipria, completo il mio rito. Poi mi volto verso di lei. Lei è in silenzio. Ciò che mi colpisce è il suo sguardo. Tra l'orrore e l'ammirazione. 
dice
come fai, Ima?
Sento una responsabilità su di me. Potrei insegnarle, svelarle ogni trucco, dirle che si fa così così e così e invece le dico 
guarda non so, quando mangio così tanto basta premere la pancia ed esce tutto. 
Ma hai messo anche le dita in gola, mi dice. 
Sto in silenzio. So di avere delle vistose cicatrici sulla mano destra, voglio che lei continui a pensare che siano per via dei detersivi.
Boh, l'ho fatto così, le dico. 
Mi chiede, vistosamente preoccupata, se io lo faccia sempre. 
Ma no ma no, che dici, non mangio mai così, lo sai, è solo per svuotarmi un po' per non sentirmi tutto sullo stomaco. 
Lei non risponde. Io intanto sono pronta. 
Ho fatto, dico. Se non devi fare nulla possiamo anche andare. 
Mia cugina indietreggia verso la porta, ora mi sembra solo impaurita. Forse ha visto le cicatrici. Forse mi ha semplicemente guardato in faccia, paonazza, gonfia, colpevole.
No no, non so farlo bene come lo hai fatto tu. Meglio andare via. Non so farlo. 
E aggiunge: 
ma forse è meglio così. 



mercoledì 27 marzo 2013

LIV - stanchezza

Vorrei guarire ma non ce la faccio. 
Vorrei tornare indietro, io sono sicura che se qualcuno si fosse accorto [me compresa] di quello che mi stava succedendo.. sarebbe finita lì. E invece ecco un'altra sera, l'ennesima, finita con la testa nel WC. 
Dopo aver vomitato mi guardo allo specchio e penso che domani non mi abbufferò e non ci sarà bisogno di vomitare più, penso che mangerò solo cose verdi e sane ecc ecc.
Ma io sono stanca. 
Sono stanca di questi compromessi. 
Io non ho più voglia di vomitare o di mangiare cose sane e insipide per paura di farlo e per non ingrassare, vorrei mangiare quel che mi va quando mi va come suggerisce l'istinto di sopravvivenza.
Io non ho più voglia di guardarmi allo specchio e vedere un giorno le ossa, un giorno il grasso. 
Non voglio nemmeno più guardarmi, non mi interessa. 
Sono stanca di lottare ogni giorno, di evitare la vita a tutti i costi per non so quale inutile tranquillità prima di dormire. 
Vorrei solo essere normale, avere altri pensieri per la testa, concentrarmi sulle cose che mi circondano come farebbe chiunque. 
E invece ho mostri nel mio cervello che mi suggeriscono di uccidermi ogni giorno
voglia di dimagrire per non si sa quale motivo 
voglia di sentire vuoto nel mio stomaco 
paura di questo vuoto che mi divora 
riempirlo, Ima riempi questo vuoto 
ma poi come sopportarlo? 
Ima svuotati. 
Io eseguo. 

E così è un altro giorno. 
Sono molto stanca.

domenica 24 marzo 2013

LII

Ho paura.
Che non guarirò mai.
Sprecare così la mia esistenza..
Ma ho anche paura
del cibo
del grasso
dello specchio

E allora ho più paura.
Di me stessa.

venerdì 22 marzo 2013

LI - I prefer to remain silent

Gli sbalzi d'umore degli ultimi giorni mi stanno uccidendo. Mi alieno nei libri e mi sembra di avere pace, poi mentre appunto qualcosa mi rendo conto che quella mano che scrive appartiene a un corpo che è il mio, odioso, e di nuovo devo ritornare alla realtà. 
Non so cosa fare. 
Non so cosa stia facendo. 
Non so perchè ieri abbia vomitato sia pranzo che cena (cose sanissime e leggere). 
Non so nemmeno cosa possa farmi riprendere, sto seriamente scavando. Ma solo quando ci penso. Se non ci penso e studio allora mi ricordo che sono in una città che adoro, nella facoltà che volevo, a studiare le cose che amo con professori e compagni fantastici. Ma forse non basta. 
Passo troppo tempo sola, questa è la verità. 
Mi manca mia madre -anche se quando la sento al telefono vorrei subito chiudere la telefonata perchè la sua voce mi ricorda di tutte quelle volte che non è stata in grado di dirmi nulla di importante, quando non era impegnata a dilaniarmi ancora di più.
Mi manca mio padre - anche se in realtà quando ho avuto occasione di  stargli vicino l'ho odiato ancora di più perchè non si curava neppure della mia presenza, intento a guardare il televisore. 
Mi manca mio fratello - ma ormai il suo è un ricordo sbiadito, direi che mi manca il rapporto che avevamo forse 4 anni fa. 
Mi manca il mio migliore amico, lontano e in pericolo quanto me. E lui mi manca davvero, così com'è. Senza sono mutilata. Forse vale lo stesso per lui, ma intanto sono stata io ad andare via. 
Un'altra volta, egoista.

Mi è venuto in mente che sabato scorso dopo una nottata in giro con amici sono tornata a casa un po' brilla, e ho chiesto a uno di loro di dormire con me. Gli ho detto proprio "vuoi dormire con me?", senza malizia. Ho aggiunto "Dormiamo vicini, fa freddo." 
Lui mi ha detto di sì, ma poi era un bel po' più brillo di me, ed è rimasto a dormire in camera sua. 
La mattina dopo ci siamo ritrovati in cucina a colazione, lui si è scusato. Poi ha detto:
Ho capito quello che volevi intendere, ma l'ho capito dopo un po'. Perdonami, sono stato superficiale: tu volevi semplicemente qualcuno che ti stesse accanto.

Qualcuno che mi stia accanto.


giovedì 21 marzo 2013

L

Vorrei ritornare indietro. 
Due anni fa, di questi tempi. 
La primavera più calda. 
Il mio corpo che si rimpiccioliva.
Tanto tempo all'aria aperta. 
Il mio vestito dei diciottanni, un semplice vestitino a fiori, delicato, di viscosa, leggero, minuscolo. 
Ero leggera anche io. 
Ma  non lo capivo. 
Ricordo ancora la pesata della domenica mattina, dopo i digiuni di venerdì e sabato. Ricordo la soddisfazione dei numeri che scendevano. 
Con meno piacere ricordo l'amenorrea, unica cosa che mi faceva preoccupare davvero.
Mi dicevo "com'è possibile? Io sono grassa. Sarà lo stress."
Ma in generale lo sapevo, lo sapevo in fondo, di non essere così grassa.
Con mia somma felicità, i ragazzi non mi guardavano, non commentavano le mie -quasi inesistenti- forme. 
E allora potevo camminare quanto volevo, alla luce del sole, guardando il cielo. 
Certo, capitava che mi abbuffassi ogni tanto. Ma il giorno dopo sarebbe stato una nuova chance per rimanere vuota. 
Due anni fa di questi tempi non era come adesso. 
Non sapevo vomitare per esempio.
Non nascondevo il cibo in camera, per esempio. 
Non rifiutavo gli inviti a cena - mi bastava non mangiare -, per esempio. 
Non passavo le giornate a letto, per esempio. 

Ma ora non sono più incontaminata. 


Mi frulla nel cervello 
l'idea di ritornare indietro 
di digunare ancora
di ritornare a quella sensazione di onnipotenza
di inconsapevolezza

di 
insostenibile
leggerezza

mercoledì 20 marzo 2013

XLIX - acidità

Un po' di razionalità mi è rimasta, e dal momento che lunedì ho un esame e già la concentrazione è sottozero, sto cercando di non fare idiozie. Niente abbuffate e niente digiuni, sono sconvolta da come 640 kcal possano saziarmi [e giuro, lo stomaco non ha brontolato neanche un po', forse si è rassegnato], ma in fondo sto studiando secondo la mia tabella di marcia, ergo sono moderatamente soddisfatta e questo mi basta. 
Oggi ho provato un'enorme rabbia verso una tizia che in mensa aveva preso:
1) pasta al ragù 
2) pollo arrosto
3) patate fritte
4) panino
5) macedonia
6) tiramisù
7) coca cola
e che si è seduta, giustamente, con le sue misure proporzionate e numerosi piatti, di fronte a me. Di fronte al mio piatto vegetariano contenente verdura scondita e due uova sode. Avrei voluto prenderla per i suoi bei capelli lunghi e arricciati col ferro e spalmarla sul vassoio. Tornata a casa, ripensandoci, mi sono sentita ridicola. Tutta questa acidità, questa invidia, non tanto per il suo corpo quanto per il fatto che in pubblico riuscisse a mangiare tutte quelle cose senza farsi alcun problema. E io che a mensa mi sento tutti gli occhi puntati addosso, sia nel caso in cui abbia un'insalata davanti (allora dicono "ma guarda che ridicola, a mensa mangia un'insalta e poi chissà che si sbafa dopo, guarda che fianconi"), sia che prenda le cose più improbabili (allora dicono "beh ecco è così ma rispetto a tutto quello che mangia.."). Insomma sono un'egocentrica. Perchè mi sono ricordata che le persone normali non ragionano come faccio io. Non fanno lo scanner calorico del cibo che hanno davanti, nè il calcolo BMI istantaneo della persona con cui stanno parlando. 
Sono paranoica e acida. 
E lo so perchè sono così nervosa, perchè io in realtà lo volevo quel maledetto tiramisù. E anche la pasta e anche molto altro. Ma come dicevo, un po' di razionalità mi è rimasta, lunedì ho un esame, e sappiamo tutti come andrebbe a finire se ingerissi le suddette pietanze. Il post it è ancora attaccato alla porta del bagno, ma non so proprio per quanto lo sarà ancora. 
E ora che ci faccio caso forse ho fame. 
Ma quando ci ripenso non ne ho più.

lunedì 18 marzo 2013

XLVIII - lettera a te che non ci sei più

Un anno da quando sei andata via, giorno più, giorno meno. Non hai scelto di ammalarti, ti è capitato e basta. Non hai potuto scegliere di guarire, sei morta e basta. Ti ho guardato mentre andavi via, a poco a poco. 
Lo sguardo spento. 
I movimenti lenti. 
La voce sottile. 
Le tue belle mani. 
Il tuo respiro. 
Sempre più, sempre meno. Verso la fine. Ti ho guardato andare via, non ho potuto impedirlo. Ho fatto del mio meglio ma sei morta. E nel modo peggiore. Ironia della sorte, mangiavi solo con me, solo se c'ero io a incoraggiarti, a spezzettare il cibo che ormai non riuscivi nenche a masticare. Quando sto per addormentarmi continuo ad avere nella mente il tuo coma e il respiro meccanico, innaturale. Gli spasmi del tuo povero corpo. Non riesco a dimenticare quando quella mattina ti sei svegliata e hai avuto qualche attimo di lucidità: intubata, le flebo attaccate a tutte e due le braccia, una piccola stanza, io e papà accanto a te. Papà ti stava asciugando il viso e tu hai detto:
sento che sei qui 
ma non ti vedo 
non ci vedo più
perchè non ci vedo più? 
Qualche lacrima, papà ha stretto i denti, ti ha risposto che era un annebbiamento, una cosa momentanea. 
Invece ti stavi spegnendo. 

Sei andata via il 23. Hai scelto il mio numero, forse lo hai fatto apposta per ricordarmi che tu non hai scelto nient'altro di tutto questo. E che io invece spreco la vita, forse un po' di più da quando tu non ci sei. E vorrei morire perchè non merito di buttare via il mio tempo così. Non merito di vivere quando scelgo ogni giorno di farmi del male. E faccio finta di decidere di smettere e invece non lo faccio mai. E ho infiniti rimorsi per le preoccupazioni che ti ho dato nei tuoi utlimi anni, quando avrei potuto essere migliore con te, non rifiutare quella torta di mele che avevi fatto apposta per me, farmi vedere felice, amarti come amano tutte le persone normali. 
Ma tutto questo non serve a nessuno. 
Non serve che io versi lacrime inutili, nè che mi punisca per i sensi di colpa che mi divorano.
Non serve neppure che io continui a scrivere dappertutto che mi manchi.


domenica 17 marzo 2013

XLVII - metà tà physikà

Per ogni misero passo avanti, sprofondo e indietreggio più di prima. 
Elenco qui solo alcune strategie che si sono rivelate del tutto inefficaci:
  1. Non mangiare
  2. Mangiare poco e sano
  3. Mangiare normali quantità di cibi sani 
  4. Mangiare poco e male 
  5. Abbuffarsi delle peggio schifezze
  6. Vomitare le peggio schifezze 
  7. Vomitare pasti salutari preparati con cura 
  8. Mangiare solo alimenti di un certo colore
  9. Mangiare solo frutta e verdura 
  10. Mangiare solo petto di pollo 
  11. Bere 2 litri di tè al giorno 
  12. Stare fuori casa tutto il giorno 
  13. Uscire di casa senza soldi
  14. Fare finta di essere felice 

Non funziona niente. C'è il caos. Un incubo. Le ossa. Più le sento, quando le sento, più mi fanno schifo. Ma se non le sento subito le rivoglio. E pensare che quelle sono l'unica cosa di me che rimane sempre uguale.
Sono scoordinata, frustrata, demotivata. 
Quando ero sovrappeso, cominciando a dimagrire mi sentivo più sicura di me, un po' più felice. Di questo ne ero totalmente sicura: sarei stata felice
Oggi capisco che in fondo non fa poi così tanta differenza. Non mi piace mettermi in mostra. Non voglio che qualcuno mi guardi. Non riesco a guardarmi neppure da sola. 
In sostanza, se non potessi più abbuffarmi o digiunare, per un motivo o per un altro, penso che comincerei a tirarmi i capelli o mordermi volontariamente la lingua, tirarmi pugni nello stomaco o dare testate al muro. 
Non c'è nessuna differenza, perchè questo mi è davvero chiaro, ciò di cui ho bisogno: io devo semplicemente farmi del male. Semplicemente. 

venerdì 15 marzo 2013

XLVI - esperimenti

Oggi ho provato a fare una cosa incredibile: assecondare il mio corpo. Ore 16 e 30, dopo  8 ore di vuoto, mi chiede del cibo. Gli rispondo: una banana, un kiwi, caffelatte. E per un attimo sto bene, ho riconosciuto uno stimolo e non l'ho ignorato. Ma subito, il senso di colpa. Enorme. Cibo fuori pasto, cibo non pesato, cibo perchè avevo fame. 
Ma non è così che dovrebbe funzionare? 

Resisterò, ho attaccato un post it alla porta del bagno con scritto "non farlo". 
Ma dubito riuscirò a ripetere l'esperimento a ogni pasto. 
Anche perchè per il prossimo pasto ci vorrà domani. E domani chissà che sarò.

giovedì 14 marzo 2013

XLV

Io proprio non ce la faccio. 
Restringo di nuovo, specie quando lo annoto sulla mia agenda.
Mi sembra tutto troppo. 
Controllo le clavicole, le costole, sì, sembrano al loro posto.
Bevo tè verde, continuamente.
Fumo. 
Studio. 
Sto tranquilla in camera.  [Tranquilla?]
Mi stendo sul letto ma non riesco a dormire. 
Ho fame ma non riesco a mangiare. 
Leggo ma non capisco.
Cogito ergo non sum.