martedì 19 febbraio 2013

XXXVI

Numeri nella testa, numeri negli occhi, numeri ovunque. Tempo, ore, minuti, secondi. Calorie, addominali, scale, passi. Numeri anche nelle parole, nelle emozoni, ordine, tàxis, kòsmos. Un attimo dopo tutto è chàos, disordine, sproporzione, abisso. Avete mai provato a misurarlo? Impossibile. 
Posso tentare di catalogare tutto, meno il vuoto che ho dentro. 
E infatti non posso neppure descriverlo.


Sto scavando, ma le unghie si spezzano.

6 commenti:

  1. "Posso tentare di catalogare tutto, meno il vuoto che ho dentro.
    E infatti non posso neppure descriverlo."
    Lacrime su queste parole.Vicina a te.
    Un abbraccio forte =*

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  2. Questo genere di cose portano alla pazzia: rendersi conto che non puoi mettere tutto in ordine, in primo luogo ciò che ti domina.
    Ho letto il tuo post sul perturbante...quel saggio è interessantissimo, e decisamente utile. Almeno per me.
    Ti seguo.

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  3. Ciao...ti seguo da oggi. E ti comprendo.
    Mi fa effetto questo post, forse rispecchia una parte del mio passato.
    Forza... ti sono vicina
    Pulce

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  4. Ed è proprio per questo che cerchiamo così ossessivamente di contare e calcolare, per cercare di trovare una formula magica che metta in ordine quello che abbiamo dentro. E quando capiamo che non c'è, ci sembra di non riuscire a smettere.
    Ti giuro che è possibile.
    Non ho un segreto universale ma posso dirti come ho fatto io. Mi sono pian piano abbandonata al caos della vita...mi sono fatta trasportare dagli imprevisti ed ho imparato a fallire, ho imparato a non passare un esame, ho imparato a mangiare quella fetta in più di torta senza correre in bagno, ho imparato a vivere, anche se ancora adesso fa un male cane.
    Ho scacciato il Disordine con il mio disordine naturale :)
    Sto bene, sto male, ci provo, cado, mi rialzo. Non cerco più di essere perfetta.
    E finalmente....VIVO.

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  5. Lascia andare, allora.
    Anche perchè, tu non sei un numero. E non esiste un numero che possa descriverti nè contenerti. Perchè i numeri fanno statistica, ma restano fini a se stessi. Perchè i numeri sono l'oggettività per antonomasia. Mentre il dolore è inquantificabile e indescrivibile anche tra le persone coinvolte nello stesso male.
    So quanto i numeri possano essere, per certi versi, come tante altre cose simili, rassicuranti, perchè ti danno l'illusoria sensazione che fintanto che puoi contare una cosa, fintanto che la puoi quantificare, allora puoi tenerla sotto controllo... ma in realtà non è così. Perchè alla fine, è sempre quello che ti sembra di poter controllare che finisce per controllarti in misura spietata.
    Perciò, lascia andare. Per quanto inizialmente possa essere maledettamente difficile, vedrai che alla lunga tirerai un sospiro di sollievo.
    Ti abbraccio forte...

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  6. il punto è che nella vita ci sono troppe cose che non si possono contare, e noi le ignoriamo.
    Guardati intorno.
    Riusciresti a quantificare la bellezza delle cime innevate all'orizzonte, nella prima mattina di una tersa giornata invernale?
    O il do di petto tenuto da un tenore?
    O la forza, l'energia latente di un germoglio che combatte e si fa strada negli ultimi freddi invernali, perchè non può rinunciare a sbocciare in primavera?
    Riusciresti a tradurre in cifre Wagner?
    è possibile contare l'amore che può nascere tra due persone, o semplicemente una passione?

    ..ma dopotutto.. ce n'è bisogno??


    Vivere bene è comprendere quanto semplice sia trovare un pensiero felice.

    kiss

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