lunedì 18 marzo 2013

XLVIII - lettera a te che non ci sei più

Un anno da quando sei andata via, giorno più, giorno meno. Non hai scelto di ammalarti, ti è capitato e basta. Non hai potuto scegliere di guarire, sei morta e basta. Ti ho guardato mentre andavi via, a poco a poco. 
Lo sguardo spento. 
I movimenti lenti. 
La voce sottile. 
Le tue belle mani. 
Il tuo respiro. 
Sempre più, sempre meno. Verso la fine. Ti ho guardato andare via, non ho potuto impedirlo. Ho fatto del mio meglio ma sei morta. E nel modo peggiore. Ironia della sorte, mangiavi solo con me, solo se c'ero io a incoraggiarti, a spezzettare il cibo che ormai non riuscivi nenche a masticare. Quando sto per addormentarmi continuo ad avere nella mente il tuo coma e il respiro meccanico, innaturale. Gli spasmi del tuo povero corpo. Non riesco a dimenticare quando quella mattina ti sei svegliata e hai avuto qualche attimo di lucidità: intubata, le flebo attaccate a tutte e due le braccia, una piccola stanza, io e papà accanto a te. Papà ti stava asciugando il viso e tu hai detto:
sento che sei qui 
ma non ti vedo 
non ci vedo più
perchè non ci vedo più? 
Qualche lacrima, papà ha stretto i denti, ti ha risposto che era un annebbiamento, una cosa momentanea. 
Invece ti stavi spegnendo. 

Sei andata via il 23. Hai scelto il mio numero, forse lo hai fatto apposta per ricordarmi che tu non hai scelto nient'altro di tutto questo. E che io invece spreco la vita, forse un po' di più da quando tu non ci sei. E vorrei morire perchè non merito di buttare via il mio tempo così. Non merito di vivere quando scelgo ogni giorno di farmi del male. E faccio finta di decidere di smettere e invece non lo faccio mai. E ho infiniti rimorsi per le preoccupazioni che ti ho dato nei tuoi utlimi anni, quando avrei potuto essere migliore con te, non rifiutare quella torta di mele che avevi fatto apposta per me, farmi vedere felice, amarti come amano tutte le persone normali. 
Ma tutto questo non serve a nessuno. 
Non serve che io versi lacrime inutili, nè che mi punisca per i sensi di colpa che mi divorano.
Non serve neppure che io continui a scrivere dappertutto che mi manchi.


4 commenti:

  1. Di fronte a post del genere le parole stanno veramente a zero, mi limito a dirti che mi dispiace e che ti sono vicina.
    Un abbraccio

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  2. Brividi, lacrime agli occhi, questo post è davvero toccante...e ti capisco. Il senso di colpa legato al dire "potevo essere diversa", "potevo comportarmi in modo diverso", " potevo farmi vedere star bene da chi stava lottando per stare in vita "...
    Mi è capitato pure a me.
    Ti abbraccio forte tesoro

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  3. Non capirò mai perchè succedono queste cose, e mi passa la voglia di guardare il cielo.
    Ti sono vicina

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