lunedì 21 ottobre 2013

LXXXIII - e tu chi sei?

Mi va di scrivere stasera. 
ma non so da dove cominciare. 
So solo che quest'estate ho perso una delle mie amicizie storiche. 
Sapete perchè?
Tralascerò i fatti, che oltre a essere troppo privati e lunghi, reputo siano solo stati la gocci ache ha fatto traboccare il vaso. 
Eppure non so come sia successo, non saprei riassumerlo.
Il punto è che io questa estate mi sono convinta di star meglio. Forse all'inizio stavo meglio davvero, fin quando non ho cominciato a prendere peso, oltre la taglia 38, oltre la 40. In molto poco tempo. 55 chili diceva la bilancia. Troppo, troppo. E il mio povero cervello è andato in tilt.
Ma il fatto non è questo. Non so se riuscirò a scriverlo veramente o se continuerò a girarci intorno come sto facendo. 

Lo dirò così: sono stata accusata da una persona che mi conosce da una vita, di essere un'attrice. Di essermi inventata un personaggio. Di non essere più me. 
Aggiungerò qualche particolare. 
Questa ragazza mi conosce da 10 anni. Ha conosciuto Ima solare e ambiziosa, Ima mangiona e sorridente. Poi ha conosciuto Ima depressa e grassa. Ima sempre ubriaca e grassa. E poi ha visto Ima cadere sempre più giù, Ima anoressica e col sorriso finto, Ima che digiuna e onnipotente. Mi ha visto riprendere peso e perderlo di nuovo, nella bulimia, nell'anoressia, nella bulimia di nuovo. Mi ha visto mutare e peggiorare in questi anni, mi è sempre stata vicina. E poi? Poi mi ha visto serena e senza pensieri per la testa. E mi ha accusato di essermi inventata un'identità. 
Trovo tutto questo estremamente preoccupante. 
Ho davvero lasciato che la mia malattia diventasse la mia identità? E che una volta VERAMENTE tranquilla -anche se per breve periodo- le persone mi giudicassero falsa? 
La lite non è stata neppure furiosa. 
Dopo aver capito l'orrore di quello che era successo.. ho accettato il solipsismo
e ho salutato freddamente. 

Chi sono? Chi sono per me? Questo posso scoprirlo e mi lascio tutto il tempo di questo mondo, almeno fino a quando non creperò.
Ma cosa lascio di me agli altri? 

Lo so che a 20 anni è un po' tardino per uno sfogo adolescenziale. 
Ma temo davvero
che nessuno mi conosca. 

Io non mi giudico. Tutto sommato mi vado bene così. Cerco di eliminare ciò che è negativo, mi impegno per essere migliore, apprezzo se non tento di uccidermi, nei momenti di ottimismo mi concentro su altro e mi piace quasi l'idea di esistere. 
Ma ho scoperto che questa mediocrità agli altri non va a genio. 

Mi sento molto sola adesso. Mi isolerò nei libri perchè mi rendo conto che sto facendo terra bruciata tutt'intorno a me. 
E oggi ho vomitato di nuovo. Come ieri. E anche ieri l'altro. 



La mia solitudine è dignitosa, la affronto a testa alta,
 ma se la guardo in faccia mi deride, mi ferisce,  fa ritornare tutte le solitudini del passato.
 è così: ogni solitudine contiene tutte le solitudini vissute.  

(Stefano Benni - Di tutte le ricchezze)

4 commenti:

  1. Cara e dolce Ima,
    anche io ho perso quella che definivo la mia più cara amica. Anche lei mi ha visto mutare sembianze: da fisiche a comportamentali. Sapeva tutto e alla fine, si è stufata di me. Diceva che non mi sopportava più per quello che ero diventata, per come mi comportavo e quant'altro. Sai, all'inizio credevo di aver perso parte di una mia identità: avevo perso una persona a me molto cara, con la quale ho condiviso parte della mia adolescenza. Ora che mi guardo indietro, riconosco solo una cosa: il detto "gli amici si vedono nel momento del bisogno" è proprio vero. Una persona che ti conosce da così tanto tempo (10 anni sono molti, mica un paio di spicci), non può definirsi amica se ti "molla" così. Giudicandoti come qualcuno che neanche tu pensavi di essere. Ognuno passa momenti bui nella propria vita, chi più e chi meno. Questo non significa che nel momento in cui si sta male, l'altra persona debba abbandonarti. Anzi, dovrebbe essere il contrario. Non è facile, soprattutto per chi non conosce i DCA di prima persona. Fidati che dall'esterno sembra tutto semplice. E' dentro di noi che è totalmente diverso. Io ora non conosco la vostra amicizia, tanto meno lei. So solo che non devi darti colpe a riguardo. Non sei mediocre. Assolutamente. Solo che non vedi la luce risplendere in te, ecco tutto. E se non la vedi te, è difficile che gli altri possano notarla. La tua amica evidentemente non sapeva come comportarsi, o forse, in fondo, non ha mai capito come farlo. Io ora non ne conosco le vicissitudini, ma fidati, che le amiche non ti voltano le spalle e non ti additano per cose così futili. Io, dopo questa perdita, ripeto, pensavo di aver perso il mondo..ed alla fine non è stato così. Sarà così anche per te. Ci metto la mano sul fuoco.

    Un abbraccio caloroso, da Val.

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    1. Val, ti ringrazio. E sono profondamente persuasa di ciò che dici. Quello che mi turba di tutta la situazione è che dopo anni e anni di miei comportamenti discutibili e situazioni scomode, alla fine non le sono andata bene proprio quando stavo un po' meglio e pensavo di aver ritrovato una minuscola scintilla.
      è stato come avere sulla propria pelle un adesivo, quando ho cercato di togliermelo di dosso lei non mi ha "riconosciuta" più.
      Reciti con gli altri e con te stessa
      mi ha detto.
      Grazie ancora per le tue parole.
      Ima

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  2. Anche io mi sto chiudendo nei libri... Mi riconosco soprattutto nelle ultime frasi del post...
    Un abbraccio sincero.

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    1. Grazie Eve. Perdona l'assenza, non sto più troppo sul blog per impegni universitari. cercherò di essere più presente :)
      Ricambio l'abbraccio,
      Ima

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